Addio ad ENZO ARENA , pilota catanese protagonista della “targa florio”

Cari Soci,amici ed appassionati di questo esilarante sport.

Il nostro socio Rino Rao , sul quotidiano “La Sicilia”  del 17 giugno ’22 , ha pubblicato un  ricordo di Enzo Arena. Ecco cosa ha scritto:

Il più forte e popolare pilota catanese del dopo guerra è volato in cielo per riabbracciare Vaccarella,Pucci,Bandini,Scarfiotti,Gurney,Phill Hill,Shelby ed i suoi colleghi e mentori catanesi Vito Coco,Vito Sabbia,Mario e Giulio Pernice,Giancarlo Carfì,Luigi Vannucci,Tanino Gandolfo,Franco Agosta e numerosi altri.

Conoscevo Enzo sin dal 1959 quando spadroneggiava in tutta Italia con la sua Abarth Zagato 750 bialbero. Aveva cominciato a correre nel ’54,vincendo alla “Catania-Etna” la categoria 1300 turismo con la Fiat 103 del padre. Alla guida di varie vetture,conseguì la vittoria di classe in numerose cronoscalate. Con la giulietta Zagato,in coppia con Coco,ottenne una memorabile vittoria di classe alla Targa Florio del ’62,classificandosi 7° assoluto. Arena era un pilota instintivo,aggressivo,dai riflessi fulminei.Poteva incappare in incidenti rocamboleschi,riuscendo ad ottenere ugualmente la vittoria.

Ricordo che alla Catania-Etna del ’60 vinse malgrado due uscite di strada con rovesciamento su un fianco della sua Abarth Zagato alla “curva dei saponari” ed ai “Monti rossi”. Arena era dotato di una sensibilità di guida che gli consentiva di entrare rapidamente in sintonia con le macchine che gli venivano affidate,anche senza alcun allenamento,come nel caso della Shelby Cobra Ford alla Targa Florio del ’64. La sua velocità ed il suo potenziale furono riconosciuti dall’Abarth,della quale fu plurivittorioso pilota ufficiale in salita,in circuito e nei record; da Carrol Shelby che, dopo la strabiliante performance alla Targa Florio, lo inserì nella squadra ufficiale. Fu quello il diapason della sua carriera,ormai aperta a grandiose prospettive. Alla mille chilometri del Nurburbring, tradito da un essesso di foga, incappò in un gravissimo incidente alla curva Pflanzgarten e rimase in pericolo di vita per parecchi giorni. Riprese a correre con immutato entusiamo,ma il suo momento magico era passato e ,complice l’età, dimenticato dalle grandi scuderie , non potè ripetere le esaltanti prestazioni di una volta. Ci furono comunque tante altre vittorie al volante delle Alfa Romeo,della Lotus Cortina,ma anche brucianti sconfitte,come quella subita da Dini alla Catania-Etna del 1967. L’anno prima, la Porsche gli aveva affidato, in coppia con Pucci ,un prototipo 906 ed Enzo ripagò con uno splendito 3° assoluto. Dopo una lunga parentesi lavorativa in Libia,tornò alle corse al volante di una Fiat Uno Turbo,ma i risultati furono deludenti a causa di una eleborazione non riuscita ,e forse, della perdita dell’antico smalto. Appassionatosi alle moto di altissime prestazioni,fu vittima di un grave incidente che lo lasciò con una gamba parzialmente invalida.

Non perse mai il suo proverbiale spirito,nè la modestia con la quale rispondeva alle interviste degli storici del motosport.

Rino Rao

2022-06-27T10:00:17+01:00 24 Giugno 2022|